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Technics SU-C1000 e SE-A1000

Il continuo susseguirsi di nuove soluzioni tecniche nel mondo dell’Alta Fedeltà può far perdere la bussola agli audiofili meno smaliziati dal punto di vista tecnico. Infatti molte aziende producono «novità» a ritmi che sono inferiori solamente a quelli dell’introduzione sul mercato di nuovi microprocessori a frequenze di «clock» sempre più alte. Ad ogni modo, alla fin fine, il mercato ed il buon senso filtrano ed eliminano quanto di effimero è stato creato, e di norma quello che rimane per un tempo significativo risulta essere qualcosa di veramente valido ed efficace. Una delle soluzioni che si sono affacciate in questi ultimi anni è quella della alimentazione a batteria delle elettroniche, soluzione che presenta molti vantaggi teorici, ma che porta con sé anche alcuni svantaggi di ordine pratico e/o economico. Infatti, se alimentare a batteria un sistema di trattamento di segnale come può essere un preamplificatore od un equalizzatore presenta problematiche facilmente risolvibili, ben altra cosa è alimentare un finale di potenza di una certa importanza. Molte delle soluzioni presentate sono risultate valide ed eccezionali dal punto di vista musicale, basta ricordare il finale Jeff Rowland, il cui unico difetto è forse il costo, che non è certamente possibile considerare economico.

D’altra parte, se si vogliono determinate potenze ed una certa riserva di energia è inevitabile che i problemi, e conseguentemente i costi delle soluzioni che li possono risolvere, salgano a livelli veramente alti. Una delle case che si è da subito cimentata nell’alimentazione a batteria è stata la Technics, il marchio «Hi-Fi» del colosso
giapponese Matsushita, uno dei gruppi più grandi del mondo e sempre presente quando si tratta di proporre nuove soluzioni in tutti i campi dell’elettronica «consumer». Per quanto riguarda il problema della alimentazione a batteria, l’azienda giapponese si presenta in due modi diversi a seconda della diversa potenza di assorbimento dei preamplificatori. In una precedente occasione abbiamo analizzato la soluzione della «batteria virtuale» (vedi la prova del preamplificatore SU-C2000 pubblicata su AR 133, dicembre 1993), questa volta analizzeremo la soluzione con «batteria reale» che troviamo nel modello SU-C1000 che viene offerto, in modo inscindibile, insieme al finale SE-A1000. I due apparecchi vengono venduti ad un prezzo che appare già di primo acchito incredibilmente allettante (poco più di un milione e mezzo per entrambi gli apparecchi!), sta a noi verificare se la prima impressione è quella che vale.

Il preamplificatore SU-C1000 II pre si presenta in veste tipicamente «slim», l’agile pannello anteriore (in materiale plastico, ma dall’apparenza molto robusta) risulta essere discretamente affollato. Il posizionamento del commutatore dell’ingresso phono (all’estrema destra del pannello e lontano dal selettore degli ingressi) potrebbe sembrare a prima vista non legato ad una logica precisa, almeno dal punto di vista funzionale, e questo potrebbe apparire quantomeno inconsueto, ben conoscendo la meticolosità e la cura dei particolari dei tecnici Matsushita. Naturalmente la disposizione dei controlli non ha seguito un ordine casuale, il fatto è che si sono privilegiati fattori di costruzione ed ottimizzazione dei percorsi dei segnali all’interno dell’apparecchio, come avremo modo di constatare in seguito. Ci sembra doveroso soffermarci sulla sezione dei controlli dedicata alla particolarità più rilevante di questo SU-C1000, vale a dire l’alimentazione a batteria. Troviamo dunque due Led che indicano l’operazione di ricarica della batteria ed il livello della stessa, quindi il pulsante di comando per operare con alimentazione a batteria o in alternata.

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